lunedì 31 agosto 2015

Locorotondo, uno dei Borghi più belli d'Italia

« Sapete quale il bello di Locorotondo? Che quando vai via nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo che resta li ad aspettarti »
(Giuseppe Giacovazzo)


Locorotondo (U Curdunn in dialetto locorotondese). 

Sorge nella Valle d'Itria dove secoli fa la tradizione vuole scorresse l'omonimo fiume, ma il nome Valle deriva dalla Madonna dell'Odegitria.

Locorotondo conta 146 contrade. Queste hanno nomi strani e caratteristici come Pozzomasiello,Francischiello, Macco Macco, Muso Rosso, Uacella e Ficazza.


La nascita del comune di Locorotondo risale intorno all'anno 1000; situato anticamente ai piedi della collina, successivamente in cima, si narra che Locorotondo fu ampliato dopo un miracolo di San Giorgio Martire, così la devozione del popolo fece costruire una cappella al Santo, che verso l'inizio del Seicento fu proclamato patrono del paese. 

Questo comune ha avuto molti nomi prima di quello attuale. Inizialmente si chiamava Casale San Giorgio (in onore del patrono), poi Casale Rotondo, successivamente Luogorotondo e solo nel 1834 fu chiamato Locorotondo. Il toponimo richiama la caratteristica forma del centro storico, un insieme di piccole case bianche disposte su anelli concentrici.

La festa di San Giorgio Martire, protettore di Locorotondo (fino al 1786 patrono del paese), si tiene ogni anno nei giorni 21,22,23(giorno solenne) e 24 aprile.

La festa religiosa più importante del paese è decisamente quella di San Rocco, patrono di Locorotondo dal 1787. La festa inizia il 6 agosto con la novena nella chiesa dedicata al santo e termina il 17 agosto.

Nei giorni della festa in onore del santo protettore, le vie cittadine illuminate dalle stupende luminarie, vari spettacoli di arte pirotecnica nella Valle d'Itria, concerti bandistici e grande fiera di mercie varia nei giorni della festa patronale.


Un posto caratteristico in cui poter gustare piatti tradizionali è "U' Curdunn", nel centro storico del borgo. 


Il ristorante tipico pugliese è situato nelle suggestive stradine del centro storico di locorotondo, il paese proclamato come uno dei migliori borghi italiani da Bandiera Arancione Touring CLub.
Nel ristorante U Curdunn, sarete accolti in un atmosfera curata nei minimi particolari e sarete lieti di apprezzare i migliori piatti del territorio. Il profumo, il sapore e il gusto che accompagneranno con classe ogni portata fanno parte di una composizione armoniosa, realizzata unendo i classici elementi della cucina tipica pugliese con il fascino del moderno.

 http://www.ucurdunn.it/index.html


Se vi ho incuriosito a sufficienza e se volete trascorrere questo week-end a Locorotondo, ho trovato una chicca per vivere la vostra esperienza in un trullo, a pochi passi dal centro. 




mercoledì 26 agosto 2015

Monte Sant'Angelo




[Ph. Denise Barletta on Facebook]

Situato nella provincia di Foggia, in Puglia, celebre per il santuario di San Michele Arcangelo (Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO), è meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani


Secondo la tradizione, un certo Elvio Emanuele, ricco pastore e signore del Monte Gargano, aveva smarrito un toro di sua proprietà. Dopo vari giorni di ricerca lo trovò inginocchiato all'interno di una spelonca quasi inaccessibile. Vedendo l'impossibilità di dargli soccorso, il ricco pastore scoccò una freccia che inspiegabilmente, tornò indietro, ferendolo. L'uomo rimase assai turbato dell'accaduto e raccontò il tutto al vescovo di Sipontosan Lorenzo Maiorano. Questi così ordinò ai fedeli tre giorni di penitenza. Al terzo giorno, l'8 maggio del 490 l'arcangelo Michele apparve al santo vescovo e gli ordinò di dedicare la grotta al culto cristiano in suo nome. Dopo questa apparizione (detta del Toro) l'Arcangelo si manifestò al vescovo Maiorano nel 492 e nel 493.

Nel 2014 la National Geographic Society  ha riconosciuto la Grotta di San Michele Arcangelo come una delle grotte più belle del mondo. Per la precisione la grotta micaelica è stata posizionata all'ottavo posto nella top ten mondiale redatta dall'ente scientifico. Inoltre essa è l'unica grotta italiana inserita nella lista delle prime dieci.

E' passato qualche anno dall'ultima volta in cui ci sono stata ma il ricordo di questo    luogo è mistico. La grotta è meravigliosa, suggestiva. Hai la sensazione di entrare in un posto di altri tempi, mi ha veramente emozionato. 

Il castello è bellissimo, in grado di portarti indietro nel tempo, con l'atmosfera aragonese che lo caratterizza. 

Il castello fu dimora di vari principi e nell'XI secolo venne riedificare la parte più antica con la torre dei Giganti (di forma pentagonale, alta 18 metri e con mura spesse 3 metri). La struttura venne assumendo importanza nella difesa del Gargano uno dei tre Castra exempta (privilegiati). 

Per saperne di più cliccate su https://it.m.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Monte_Sant%27Angelo

Se volete provare un'esperienza gourmet, vi consiglio il ristorante 

Li jalantuumene 

Segnalato da 

Slow Food

Panorama

Michelin

Routard

Gambero Rosso

L'Espresso 

...

Affacciato su una romantica piazzetta, la  passione del cuoco Gege' Mangano vi farà gustare delle ottime rivisitazioni di piatti tipici pugliesi. 

martedì 25 agosto 2015

White Ostuni Beach Club


Bianco è il colore caratteristico di Ostuni e non poteva essere che "White" il nome dell'esclusivo beach club. 
Il bianco predomina anche da "White Ostuni Beach Club", passerelle, gazebo, arredi e complementi che racchiudono un  accogliente restaurant e beach bar a ridosso della spiaggia. 
Alcuna concessione demaniale, motivo per il quale ognuno può far posizionare il proprio ombrellone nel punto che preferisce in una spiaggia di sabbia bianca finissima. 


Di giorno punto ristoro ad un passo dal mare ma durante il pomeriggio si trasforma... Dalle 18 fino a tarda sera infatti, aperitivo e live music rendono il "White Ostuni Beach Club", un luogo da vivere dallo scenario incantevole. 



Io l'ho scoperto grazie ad una serata di degustazione della Cantina Vinicola Ognissole, che ha accolto i suoi ospiti con un cocktail a base di vino e  Schweppes.  



Oltre all'aperitivo a base di pesce, un primo preparato dallo Chef Paolo Barrale: un risotto speciale, mantecato al limone con erba cipollina e polvere di caffè. Ottimo. 

"Barrale, origini siciliane, ha una grande scuola alle spalle. I suoi piatti sono espressione, sunto e, insieme, ricordo di tanti momenti della sua vita, dell’infanzia in Sicilia, alle esperienze a Roma in una brigata internazionale e, adesso, in Campania. Elegante locale di design con vista sull’Irpinia, Marennà è un fedele e accreditato testimonial della cultura dell’accoglienza di Feudi San Gregorio. Un luogo che diventa anche occasione di incontro e confronto, dove i profumi i colori intensi e i sapori autentici sono i protagonisti e dove un attento show-cooking svela agli ospiti i gesti e le tecniche della brigata di cucina. Paolo Barrale è anche lo chef del ristorante San Gregorio all’interno dell’Areoporto di Capodichino, aperto a marzo 2015."





"L’azienda Ognissole è frutto della visione e degli investimenti realizzati da Feudi di San Gregorio, che produce vini nelle principali regioni viticole del Sud Italia (Campania, Basilicata e Puglia). L’idea fondante del progetto è di dar vita ad una cantina autonoma, con un brand e una personalità completamente distinti da Feudi di San Gregorio, con la quale, però, condivide i principali valori: coniugare al rispetto per il territorio un’immagine di rinnovamento che sia moderna ed elegante. L’obiettivo è produrre vini di qualità, espressione di queste terre e delle loro tradizioni."

Per maggiori informazioni http://www.ognissole.it/

giovedì 20 agosto 2015

Affascinante Idume

Un altro luogo da visitare, per chi viene in vacanza al mare in Puglia, verso Lecce, è sicuramente il bacino con la foce del fiume Idume che sfocia nell' Adriatico, i cui bacini fanno parte del parco del Rauccio, poco più a nord. 
A Torre Chianca appunto, sfocia nel mare fresco e cristallino il fiume sotterraneo Idume



Lungo le sue sponde si possono trovare fitti canneti, varietà di piante tra le quali vi è il narciso ed una "steppa salata" di salicorniauna piccola pianta che si può trovare tutto l'anno, commestibile e ormai famosa data la sua presenza in vari piatti a base mare sapientemente presentati in alcuni ristoranti gourmet. 

A parte ciò, nel bacino dell'Idume confluiscono le acque di alcuni corsi canalizzati con andamento sotterraneo dovuto alla presenza molto diffusa di rocce di tipo carbonatico, ad elevata fessurabilità.

Un motivo per venire a visitare la città al di fuori del periodo estivo, oltre alle bellezze barocche è anche il fiume sotterraneo del quale non tutti conoscono l'esistenza. 
Il suo corso passa fin sotto il centro storico di Lecce. È situato nel comune barocco e lungo la costa delle sue marine: Spiaggiabella e Torre Chianca.
 


Il mio consiglio è di visitare il Museo Faggiano, nei pressi di Porta San Biagio. 
"E' un edificio storico - archeologico privato, un antico convento di suore chiuso intorno al XVI-XVII secolo, ubicato nel centro storico di Lecce
"Nel 2001, il proprietario dell`immobile fu costretto a rompere i pavimenti allo scopo di cambiare dei tubi vecchi che procuravano continua umidita`ai muri. E fu proprio durante questi lavori che iniziarono a riaffiorare testimonianze storico-archeologiche di notevole interesse, che affermavano la presenza di popoli antichi succedutisi nel tempo. Si proseguì con un lavoro di restauro (terminato nel dicembre del 2007) effettuato per intero dalla famiglia Faggiano con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici di Taranto e sotto la guida di architetti locali,  che ha portato la messa a nudo del banco roccioso e lo svuotamento di tutte le opere scavate in roccia, rendendo quindi la casa un vero e proprio sito archeologico, in cui si possono ammirare piu` di 2000 anni di storia."
[ fonte museofaggiano.it]




Il fiume scorre sotto la città e passeggiando lungo via Umberto I, la strada che ospita la Basilica di Santa Croce, il Palazzo dei Celestini e i vari locali notturni, accostando l'orecchio ai tombini potete sentirlo. 


Ph. Scattate presso Palazzo Adorno, Lecce. 

  1. "Si dice che la maggior parte dei palazzi storici di Lecce posseggano dei pozzi o privati che attingono alle acque 
    o addirittura vere e proprie piscine sotterranee. 
    Alcuni edifici sono costruiti letteralmente sopra il fiume. 
    Palazzo Adorno per esempio."

    [Fonte Salentoacolory.it ]







martedì 18 agosto 2015

Lo "Sperone" più famoso d'Italia

Il Gargano, noto anche come Sperone d'Italia è una subregione dell'Italia che coincide con l'omonimo promontoriomontuoso che si estende nella parte settentrionale della Puglia e corrisponde alla parte orientale della Provincia di Foggia

Insieme al Salento sono importanti poli turistici della Regione Puglia e tra i principali d'Italia. Nel suo territorio è ricompreso il Parco Nazionale del Gargano


Il Gargano si colloca nella partesettentrionale della Puglia e nella parteorientale della Provincia di Foggia.

Nord e a Est è circondato dal mare Adriatico, mentre ad Ovest confina con il Tavoliere delle Puglie e a Sud in parte con il Tavoliere, in parte con il Mare Adriatico nel tratto a Est di Manfredoniafino a Vieste.

Il Gargano si erge tra il mare Adriatico e il Tavoliere e regala un panorama incredibile a chi decide di esplorarlo. 

I comuni più noti del territorio sono 

   Isole Tremiti


   Mattinata, 


Peschici, 


Rodi GarganicoManfredonia, Vieste


Ischitella (Foce Varano e Isola di Varano), Vico del Gargano (San Menaio e Calenella) , Lesina (Marina di Lesina), San Nicandro Garganico(Torre Mileto), Cagnano Varano (foce Capojale e Isola di Varano), Monte Sant'Angelo (Macchia)




CarpinoRignano GarganicoSan Giovanni RotondoSan Marco in LamisApricenaPoggio Imperiale.

Nella zona garganica, caratterizzata da una marcata bio-diversità mediterranea non può mancare la vite, anche se la vitivinicoltura garganica rappresenta solo una nicchia tra le attività agricole del territorio. Negli anni passati questi vitigni rappresentavano un'importante risorsa economica: il più pregiato dei vini del Gargano era il Moscato

Tra i vitigni sono da ricordare i cosiddetti "Vini di Vico" (a bacca rossa il 
Macchiateli, il vino d'Aneli, il vino di Mastrociani, il Pampanone; a bacca bianca il Nardobello), altri ancora sono i "Vini di Monte Sant'Angelo" (il rosso Neretto, uno dei più antichi, sicuramente autoctono).


Per chi vuole scoprire il Gargano, una proposta per settembre in uno dei luoghi più suggestivi del posto.
 
Dal 19 al 26 settembre a Vieste a partire da 1000€ in coppia Hotel Residence Il Porto. 







Modific

La gastronomia garganica propone piatti ricchi e gustosi, ma al contempo semplici e genuini. Ingrediente f

venerdì 14 agosto 2015

La Pizzica

Fino ai primi decenni del XX secolo presente in tutto il territorio pugliese, assumeva nomi differenti rispetto ai vari dialetti della regione confondendola spesso con le tarantelle ma la "pizzica" oltre ad essere suonata nei momenti di festa di singoli gruppi familiari o di intere comunità locali, costituiva anche il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del tarantismo
Veniva eseguita con lo scopo di "esorcizzare" le donne tarantate e guarirle, attraverso il ballo che questa musica frenetica scatenava, dal loro male.


La pizzica, suonata per giorni o addirittura settimane per la cura delle tarantate, aveva spesso caratteristiche proprie, che la differenziavano da quella suonata per il ballo. La "pizzica tarantata" veniva eseguita con un ritmo più accelerato rispetto a quella classica suonata per il ballo, e molto spesso le tonalità più frequentate erano quelle in minore, capaci di "scazzicare" (ossia stimolare) più facilmente la tarantata grazie al carattere ridondante e malinconico che le tonalità minori appunto posseggono. 


Con il passare del tempo la pizzica ha trovato una sua autonomia come tipo di danza e genere musicale, oltre a divenire un vero e proprio fenomeno popolare. Se da un lato, quindi, il tarantismo andava estinguendosi per effetto dei mutamenti nei costumi della società, la pizzica è rimasta ben viva nella tradizione del folklore salentino. 
Nel Salento oggi si festeggia "la festa della taranta" con la ormai famosa "Notte della Taranta" che richiama centinaia di migliaia di appassionati e curiosi. 


La Notte della Taranta è un festival di musica popolare salentina, che si svolge in vari comuni della provincia di Lecce e della Grecìa Salentina, soprattutto a Melpignano e ha il suo clou nel mese di agosto. Tra i quindici concerti che si svolgono in altrettante piazze del Salento e il concertone finale di Melpignano, il festival fa registrare un totale di circa 300mila spettatori. 


Quest'anno la manifestazione termina il 22 agosto, andrà in onda su Rai5 e Rai2, si svolgerà come sempre a Melpignano con il concertone che vede impegnati tantissimi artisti con un ospite d'eccezione, Ligabue. 


assistenti musicali: Enza Pagliara – Antonio Marra

VOCI:

Enza Pagliara

Alessia Tondo

Ninfa Giannuzzi

Stefania Morciano

Maria Mazzotta

Alessandra Caiulo

 

Antonio Amato

VOCI E TAMBURELLI:

Antonio Castrignanò

Pietro Balsamo

Giancarlo Paglialunga

TAMBURELLI:

Riccardo Laganà,

Carlo “Canaglia” De Pascali

Roberto Chiga,

Martina Zecca

CORDE:

Gianluca Longo,

Massimiliano De Marco

Attilio Turrisi

MANTICI: Roberto Gemma

BATTERIA: Antonio Marra

BASSO: Silvio Cantoro

PERCUSSIONI: Alessandro Monteduro

FIATI: Nico Berardi

ORGANETTO: Claudio Prima

Luciano Ligabue, Tony Allen, Andrea Echeverri, Anna Phoebe, Raul Rodriguez ,Paul Simonon.




domenica 9 agosto 2015

Le luminarie



"La storia delle luminarie, in gergo dialettale "parazioni", nasce dalla convivenza tra sacro e profano, una 'relazione' che possiamo ritrovare nelle feste patronali. 
Ogni paese festeggia il proprio Santo protettore che viene venerato da tutta la cittadinanza. 
Ogni borgo ha una caratteristica che accomuna questa tradizione: le luminarie.
Il termine deriva dal latino "lumen", che significa letteralmente "oggetto che diffonde luce", ma in una accezione più ampia serve ad indicare la festa dei lumi.
Nel 1900 le luminarie erano un agglomerato di "Lampade ad Olio" sapientemente combinate, disposte per rendere diversi i momenti di aggregazione all’interno di piazze, palazzi e vie cittadine... Erano un’insieme d’immagini che raffiguravano monumenti, portali, arcate di diversi genere e stili.

Gli artisti delle luminarie sono anzitutto disegnatori e falegnami, poi elettricisti. Loro fanno tutto: dall’inventare le forme a costruire i telai di legno, a piazzare le lampadine di diverse intensità e potenza, a montare e smontare una paratura. Dopo tutta questa fatica nel montare, ecco, le mille luci colorate si stagliano nelle chiare notti d’estate come gemme sapientemente incastonate che fanno ricordare un lavoro di oreficeria longobarda o bizantina tempestata di pietre preziose, in cui la struttura lignea scompare. 

È tutto colore e linea, dosati con maestria cromatica e con eleganza stilistica, in un’esplosione di luci."

[Fonte fratelliparisi.com]